Finisce la scuola, finisce il campionato, termina l'annata gialloverde. Si parla di vacanze, del prossimo ritiro. Tutto insieme, passato (recente), presente e futuro (immediato). E quando si “tira” la riga e si “volta” pagina puo' succedere che qualcosa cambia. Qualcuno che c'era non ci sarà piu'. Anzi, ci sarà sempre ma non sarà piu' come prima. Stefano Doneda (mister Ste), sarà il mister in pectore dei nostri ragazzi, i ragazzi dell'Orpas 2002. Promosso, a pieni gradi, alla guida di una squadra che conosce come le sue tasche, perché era semplicemente il “secondo”, e, all'occorrenza, diventava il “primo”. Il primo era lui, lui che lo scorso anno, messo davanti a un bivio, ha scelto di rimanere con i piu' piccoli, allenare solo l'Orpas 2002 e lasciare al loro destino, perché già piu' grandi e plasmati, i ragazzi del '96, con i quali aveva appena festeggiato una vittoria di prestigio, l'Oratorio Cup, la Champions League degli oratori, non una coppetta qualunque.
Lui era ed è e sarà sempre per noi “Sir” Carlo Passeri. Che messo anche quest'anno dinnanzi a un bivio, ha scelto di tornare da loro, dai piu' grandi, dagli altri suoi ragazzi, quelli del '96. Piu' che un allenatore, piu' che un “padre”, per come era considerato all'Orpas 2002, Carlo sarà un fratello maggiore per i ragazzi del '96. Che giocano a 11, che cominciano a “giocare” seriamente a calcio e che come timone hanno bisogno di una guida che li sproni e li possa condurre ancora piu' lontano. Quello che Carlo doveva lasciare in dote, ha lasciato. Stefano era ed è, il suo delfino. Stefano (Doneda) era il giusto erede per prendere in mano da “capo allenatore” i nostri ragazzi. Un “ben rimasto” a Ste, un in bocca al lupo e un arrivederci a Carlo.
Era un lusso averli entrambi, che noi dell'Orpas 2002 ci siamo permessi. Festa di fine stagione nel salone del nostro Oratorio che don Guglielmo ci concede ogni fine anno, quasi fosse una tappa “forzata” da rispettare. Per i nostri ragazzi, dopo l'ultimo allenamento stagionale sotto l'acqua di un giugno pazzerello (quasi fosse ancora marzo), pizza, focaccia, patatine, coca, fanta e e sprite. E non poteva mancare la torta (rigorosamente al cioccolato), squisita, con sopra la scritta di sempre, il nostro urlo, “Forza Orpas 2002”. Festa per dire a tutti (ragazzi e genitori sotto lo “stesso cielo”) grazie per un altro anno magico, fatto di emozioni, sostanza, sudore, divertimenti, gol presi, gol segnati.
Un anno per crescere insieme, tutti, appassionatamente, sotto gli stessi colori. I nostri colori, quelli gialloverdi dell'Orpas.
Grazie piccoli/grandi cuccioli.
|