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Campionati Europei di Judo Tradizionale PDF Stampa E-mail
martedì 19 novembre 2013

Il 3 Novembre è stato disputato a Gerenzano (VA) il primo Campionato Europeo di Judo Trazionale.

 

L'evento è stato promosso e sponsorizzato dalla "Federazione Italiana Judo Tradizionale", dalla "Judo for All" e dalla "World Judo Federation", tutte associazioni che hanno come obiettivo quello di riportare la pratica del Judo ad una matrice più educativa, cercando di liberare le competizioni dalla schiavitù del podio e dalla necessità della vittoria.

Si pensa infatti che, se davvero i principi del Judo siano relativi al miglior impiego dell'energia e del crescere insieme in armonia, una gara debba rispettare alcune regole e inspirarsi ad altri e alti principi che aiutino gli atleti a cercare l'impegno, la tecnica, la velocità e la serenità nella gara. Non la vittoria.

 

Le influenze di altre discipline, assorbite e studiate da Jigoro Kano, sono state molte durante i suoi anni di studio e se dovessimo elencarle tutte non basterebbe un semplice articolo ma avremmo bisogno di un libro intero. Tuttavia è interessante capire che l'ideogramma Shiai, tradotto comunemente con "gara" o "competizione", ha un significato molto diverso da come lo intendiamo: la traduzione che più si avvicina è "appuntamento con la morte". Anche se macabra, questa espressione rende giustizia del istante nel quale due combattenti sferravano il colpo unico e decisivo, con forza e velocità, mettendoci l'insieme delle loro componenti umane: corpo, spirito e mente. In questa azione si decideva chi sarebbe vissuto e chi invece sarebbe morto. Capite allora che la condizione di freddezza mentale, Mu-Shin (trad: mente vuota), e l'impiego di tutte le proprie capacità diventavano fondamentali trovandosi ad un passo dalla morte. Per questo nella pratica in palestra ci si allena nel Randori (trad: controllo della confusione), perché solo attraverso la pratica si può affilare la mente a mantenere la tranquillità e la serenità d’animo necessarie per ottenere la massima resa nello Shiai.

 

La struttura chiesta dal professor Kano allo Shiai, alle competizioni, non era subordinata alla vittoria ma cercava di replicare quel momento, quell'istante in cui si sarebbe deciso chi vive e chi muore, quell'attimo in cui con la mente sgombra da tutti i pensieri cerco di impiegare tutte le mie energie per proiettare o controllare l'altro. A questo punto vittoria e sconfitta sono concetti che vengono subordinati al modo di vincere o perdere, sono più importanti il comportamento, il controllo emotivo, lo stato mentale e questo fa esattamente ciò che il Judo ha sempre cercato di fare: ci fa crescere nella comprensione di noi stessi e dei nostri limiti, ci rende consci della condizione in cui ogni uomo o donna si trova, ci presenta allo specchio una persona di cui conosciamo qualcosa in più.

 

Con questo spirito è stata organizzata questa competizione e con questo spirito si è cercato di praticarla. Gli oltre 150 atleti provenienti da Inghilterra, Spagna, Grecia, Italia (la nostra Polisportiva ORPAS) hanno dato prova manifesta che l'imperativo morale del professor Kano è stato ascoltato. Si sono visti infatti moltissimi incontri vinti per Ippon (trad: punto, proiezione durante il combattimento che, vista l'efficacia, ne determina la conclusione) in piedi e a terra, un unico infortunio con un po' di sangue dal naso e il silenzio proveniente da ogni partecipante, atleta, organizzatore o spettatore che sia.

 

Sarebbe doveroso la pubblicazione dei risultati ottenuti dagli atleti della polisportiva ORPAS ma probabilmente è meglio, rispettando i principi sopra espressi, tacerli. Hanno combattuto bene, hanno partecipato per migliorarsi e sono tornati a casa conoscendo di più di loro stessi di quanto non conoscessero al momento della partenza.

 

Questa è l'unica vittoria che ci interessa.

 

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